Delirio onirico
Oggi è un giorno qualunque. Uno dei tantissimi giorni che sono passati già in stampa e sul pianeta. Dopo che la autodistruzione fu teorizzata dalla possibilità che ha concretizzato la invenzione della bomba. Un senso che è rimasto inconsapevolmente o no in tutte le nostre vite. Una specie di segno nel futuro che poi diventa sempre più difficile da immaginare e anche da riconoscere come altro rispetto ad un presente quasi incontestualizzabile...imprendibile. In questi giorni è come un tuttoinverno e tutto gira intorno ad una premonizione di fantascienza che riguardava spesso virus letali, fine della specie con trasferimenti in altri sistemi. Letture affascinanti e films.
Gli infedeli non riuscivano a credere che Dio potesse essere onnipotente e potere vedere tutto in ogni uomo in ogni territorio. Contemporaneamente, come un padre buono e unico per tutti.
Poi con internet questo concetto che sembrava impossibile è diventato vero. Anche se questo vero si chiama virtuale e quindi non vero. E' adesso che gli infedeli hanno avuto molte risposte da Google e forse dentro se stessi durante le ore cortissime della solitudine epocale. Dio c'è.
In questo tuttoinverno e tuttaestate 2020 tutto il mondo parla scrive e vive nel problema del virus corona.
Un giorno nero e umido a forma di ali distese nel muschio superstite di una foresta rimasta.
Un pipistrello disorientato dalle luci artificiali e dal fumo del bruciare della plastica apre gli occhi sordi e per non morire avvelenato da un virus si trasforma in un volo contagioso, malizioso e talvolta mortale. Una immagine che avvolge e maschera tutti interrompendo processi progetti e quotidianità.
Chissà come sarebbe se fosse una musica o un colore. Per ora è espressione di sospensione e mistero.
Fantasma minaccioso che verrà sconfitto. Saremo un po' più vecchi dopo questa esperienza che non è la prima ma che come è naturale ci ha sorpresi e spiazzati. Costretti ad esaminare confini e ad avere più paura del solito. Per conservarci. Per dominare cieli mari e terra. Per accumulare e poi sopraffare.
Sono pensieri di tutti in un giorno del secolo a tuttoinverno.

